da “Come può l’uomo che ha definito Dio nelle sue concezioni ricevere le rivelazioni di Dio?” in La Parola appare nella carne
L’opera di Gesù era soltanto per il bene della redenzione dell’uomo e per la crocifissione. Non era necessario, dunque, che Egli pronunciasse altre parole per conquistare gli uomini. Molto di quello che Gesù insegnò all’uomo era tratto dalle parole delle Scritture e, anche se la Sua opera non oltrepassò le Scritture, Egli fu comunque in grado di portare a compimento l’opera della crocifissione. La Sua non fu l’opera della parola, né aveva l’obiettivo di conquistare l’umanità, bensì di redimerla. Egli agì unicamente come sacrificio per il peccato per il genere umano e non come la fonte della parola per l’umanità.
da “La visione dell’opera di Dio (1)” in La Parola appare nella carne
Quando Gesù stava compiendo la Sua opera, la Sua conoscenza da parte dell’uomo era ancora vaga e poco chiara. L’uomo ha sempre creduto che fosse il figlio di Davide e Lo proclamò un grande profeta e il Signore benevolo che redimeva i peccati dell’uomo. Alcuni, grazie alla fede, guarivano semplicemente toccando l’orlo della Sua veste; i ciechi riuscivano a vedere e persino i morti potevano essere resuscitati. Tuttavia, l’uomo non era in grado di scoprire l’indole satanica corrotta profondamente radicata dentro di sé e non sapeva nemmeno come rigettarla. L’uomo ricevette molta grazia, come la pace e la felicità della carne, la benedizione dell’intera famiglia grazie alla fede di uno solo, la guarigione dalle malattie e così via. Il resto consisteva nelle buone azioni dell’uomo e nella sua apparenza devota; se egli riusciva a vivere in base a ciò, era considerato un buon credente. Solo tali credenti potevano entrare in cielo dopo la morte, il che significa che venivano salvati. Nel corso dell’esistenza, però, non comprendevano affatto la via della vita. Semplicemente commettevano dei peccati, poi si confessavano in un ciclo costante, senza alcun cammino verso un’indole trasformata; tale era la condizione dell’uomo nell’Età della Grazia. Egli ha ricevuto la completa salvezza? No!
da “Il mistero dell’incarnazione (4)” in La Parola appare nella carne
Anche se l’uomo è stato redento e perdonato per i suoi peccati, si pensa solo che Dio non ricordi le sue trasgressioni e non lo tratti di conseguenza. Tuttavia, quando l’uomo vive nella carne e non è stato liberato dal peccato, può solo continuare a peccare, rivelando incessantemente l’indole satanica corrotta. Questa è la vita che egli conduce, un ciclo infinito di peccato e perdono. La maggior parte degli uomini pecca durante il giorno solo per confessarsi la sera. Perciò, anche se il sacrificio per il peccato è eternamente efficace per l’uomo, non sarebbe in grado di salvarlo dal peccato. È stata completata solo metà dell’opera della salvezza, perché l’uomo ha ancora un’indole corrotta.
da “Il mistero dell’incarnazione (4)” in La Parola appare nella carne
L’Età della Grazia predicava il Vangelo del pentimento e, a condizione che credesse in Dio, l’uomo sarebbe stato salvato. Oggi, al posto della salvezza si parla solo di conquista e perfezione. Non viene mai detto che, se una persona crede, tutta la sua famiglia sarà benedetta o che la salvezza è una volta per tutte. Oggi nessuno parla in questo modo, e queste cose sono superate. All’epoca, l’opera di Gesù era la redenzione di tutta l’umanità. I peccati di tutti coloro che credevano in Lui venivano perdonati; bastava credere in Lui, perché Egli ti redimesse; se credevi in Lui, non eri più un peccatore, venivi liberato dei tuoi peccati. Questo è ciò che significava essere salvati ed essere giustificati per mezzo della fede. Eppure, in coloro che credevano rimaneva ciò che era ribelle e contrario a Dio, e che doveva lentamente essere rimosso. La salvezza, infatti, non significava che l’uomo fosse stato completamente guadagnato da Gesù, ma che l’uomo non era più sotto il dominio del peccato, ossia che gli erano stati perdonati i peccati: se l’uomo credeva in Gesù, non sarebbe mai più stato schiavo del peccato.
da “La visione dell’opera di Dio (2)” in La Parola appare nella carne